Assemblea Generale delle Nazioni Unite: Partenariato per la sicurezza e la stabilità nel Sahel [fr]

A margine dei lavori della 74a sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, e nell’ambito del G5 Sahel, il 25 settembre la Francia e la Germania hanno presentato un nuovo Partenariato per la sicurezza e la stabilità nel Sahel.

Trovate l’intervento di Jean-Yves Le Drian, Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri:

Signor Segretario generale delle Nazioni Unite,
Signor Presidente della Repubblica del Burkina Faso,
Signor Presidente della Repubblica del Mali,
Signore et Signori Ministri,
Signore e Signori,

Vorrei ringraziarvi per questa opportunità di presentare a due voci, Heiko Maas ed io stesso, ciò che viene definita la nuova Partnership per la sicurezza e la stabilità nel Sahel, partnership che è stata presentata e avviata durante il G7 con il Presidente Kaboré, la Cancelliera Merkel e il Presidente Macron. Heiko Maas ha evocato i punti essenziali. Vorrei completare il suo discorso con il dire innanzi tutto quello che questa partnership non è.

Non è un’iniziativa per mobilitare nuove forze internazionali supplementari nel Sahel. Ma, invece, è uno sforzo per tendere a rafforzare in priorità le capacità locali, al fine che i paesi della regione possano affrontare nel tempo, con strumenti che siano loro propri, le loro sfide e sono del tutto d’accordo con quello che è stato appena detto dal Presidente Moussa Faki a questo proposito.

Non si tratta neanche di sostituire ciò che è stato fatto fino ad oggi. La Partnership mira invece ad arricchire e a completare le iniziative esistenti. Penso in particolare alla Task Force Congiunta, che deve essere lo zoccolo duro della partnership e che conserva tutta la sua ragion d’essere.

Infatti, lo scopo di questa nuova partnership è doppio.

1) Quello a cui tendiamo innanzi tutto è un cambiamento di livello.
Evocavo proprio ora la task force congiunta del G5. Noi sosteniamo la crescente importanza nelle zone di confine all’interno del G5 Sahel. Vi siamo molto legati e speriamo che i mezzi che sono dedicati al G5 Sahel siano mantenuti, e anche rafforzati, e siamo favorevoli al suo passaggio al capitolo VII, che è una domanda forte degli Stati della regione, che noi comprendiamo e sosteniamo. Siamo anche favorevoli affinché il mandato della MINUSMA sia più solido, come è stato chiesto ripetutamente e noi sosteniamo questo impegno.

Ma, combattere il terrorismo all’interno del solo G5 Sahel non basta più. E per impedire la diffusione della minaccia conviene ormai estendere lo sforzo ai paesi vicini al Sahel e rafforzare la coordinazione regionale, partendo dagli sforzi esistenti, penso all’iniziativa d’Accra e alla volontà dei capi di Stato della CEDEAO che è stata espressa il14 settembre scorso a Ouagadougou nell’ambito del piano di azione regionale che è stato evocato poco fa dai diversi interventi e sono felice, del resto, di questo Summit della CEDEAO e spero di poter assistere al varo della nuova Partnership per la sicurezza e la stabilità nel Sahel, poiché tutte queste iniziative convergono e sono coerenti.

Penso anche, in questa prospettiva del cambiamento di livello, alla necessità di lottare meglio contro i traffici nel Sahel, in linea con l’iniziativa approvata durante la riunione dei Ministri degli Affari Esteri del G7 lo scorso aprile. Penso infine alla minaccia intorno al bacino del Lago Ciad, che rimane sempre viva, e i paesi della regione devono poter proseguire i loro sforzi e beneficiare del sostegno necessario.

2) Dunque è un cambiamento di livello, ed è anche un cambiamento di metodo.
I paesi del Sahel, i loro vicini, i loro partner internazionali devono lavorare insieme in uno spirito di responsabilità condivisa per rispondere alla minaccia e per rispondere alle domande delle popolazioni. E la prima fra queste, è il ritorno della sicurezza e della giustizia. Una delle priorità di questa partnership sarà dunque quella di sostenere meglio e di coordinare meglio l’azione delle forze di sicurezza interne dei paesi della regione per guadagnare in coerenza, in efficienza, per dare impulso alle riforme necessarie del settore della sicurezza. E l’esigenza di responsabilità sarà al centro di questo nuovo metodo.

Voi l’avete capito, questa nuova Partnership per la sicurezza e la stabilità nel Sahel è ambiziosa. Esige una volontà politica forte che si esprimerà in una conferenza ad alto livello che ha appena evocato Heiko Maas e che dovrebbe aver luogo entro la fine dell’anno.

Per iscrivere la pace nel tempo, bisogna anche affrontare, ed è stato ripetutamente detto da voi stessi, Signori Presidenti, poco fa, le cause profonde della sicurezza, offrendo prospettive migliori alle popolazioni e la nuova Partnership deve permettere di rendere più efficaci le azioni di stabilizzazione in complementarità con l’Alleanza Sahel, le cui azioni di sviluppo proseguono con un finanziamento di 9 miliardi di dollari che è stato evocato.

Queste azioni sono necessarie per rispondere alle violenze tra le comunità, che sono innanzi tutto legate all’arretramento dello Stato, e la sovranità dello Stato, degli Stati, deve essere riaffermata ovunque nel Sahel e in particolare in alcune zone sensibili come il Centro del Mali.

E nel poco tempo che mi è concesso, per concludere, non posso trattare la situazione in Mali dettagliatamente, il Presidente Keïta l’ha lungamente evocata, mi piacerebbe semplicemente limitarmi a sottolineare i progressi reali, ma fragili, che sono stati notati nel Centro del paese e nella realizzazione dell’Accordo di pace, come è stato appena ricordato dal Presidente Keïta, tra cui l’avvio in modo molto forte del dialogo nazionale inclusivo e lanciamo un appello a tutte le parti interessate a rimanere mobilitate.

Ecco in qualche parola la filosofia che guida questa nuova partnership che vi abbiamo presentato con Heiko Maas. Una Partnership per una maggiore efficienza, una maggiore coordinazione e una maggiore azione al servizio della stabilità della regione.

Grazie per la vostra attenzione.

Ultime modifiche: 18/11/2019

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