La cooperazione in ambito di giustizia e sicurezza [fr]
Il vertice franco-italiano del 2012 si è concluso con un accordo amministrativo tra i due ministri dell’Interno atto a rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza interna. Sono già stati ottenuti risultati in questo ambito grazie ad una cooperazione bilaterale che riposa su ricchi scambi operativi. Tale collaborazione contribuisce a contrastare con efficacia la delinquenza che colpisce i nostri due paesi e a fare fronte comune dinanzi alla minaccia terroristica e alla tratta degli esseri umani. Infine, contribuisce a migliorare la sicurezza stradale dai due lati delle Alpi.
Una cooperazione intensa in materia di sicurezza interna e di giustizia
Quattro grandi accordi hanno favorito, da mezzo secolo, la cooperazione di polizia italo-francese:
- 1963: Creazione degli Uffici di controllo nazionali giustapposti, che facilitano l’azione delle due polizie nella zona di frontiera.
- 1986: Accordo relativo alla lotta al terrorismo, al traffico di stupefacenti e alla criminalità organizzata.
- 1990: Accordo sulla riammissione dei cittadini stranieri non ammessi alle frontiere.
- 1997: Accordo di Chambéry relativo alla cooperazione transfrontaliera, che ha permesso nel 1998 la creazione dei Centri di cooperazione di polizia e dogana di Ventimiglia et di Modane. Tali centri uniscono poliziotti, gendarmi e doganieri francesi ed italiani al fine di facilitare gli scambi di informazione e di accelerare le procedure ed i controlli.
La cooperazione tecnica consiste nello scambio di procedure su tematiche precise, spesso finanziate dall’UE. Si ricordi la creazione nel 2011 dell’ European Union Police Services Training, sotto il comando dell’Arma dei Carabinieri fra Italia, Francia, Spagna e Olanda, composta dalle forze di polizia e di gendarmeria dell’UE in grado di intervenire in aree di crisi. La Gendarmerie française e l’Arma dei Carabinieri sono anche raggruppate in seno alla FIEP (nome dato in base ai quattro paesi fondatori di questa iniziativa: France, Italia, España, Portugal), ente che organizza riunioni di scambi di informazioni tecniche tra forze delle gendarmerie del mondo intero. Infine, l’Italia ospita a Vicenza lo Stato maggiore permanente della Forza di Gendarmeria Europea, a cui la Francia e l’Italia partecipano attivamente nel quadro della gestione di crisi internazionali.
La cooperazione giudiziaria tra la Francia e l’Italia è basata su numerosi testi tra cui i più importanti sono:
- 1959: Convenzione Europea di reciproco aiuto giudiziario in materia penale del 20 aprile 1959.
- 1990: Convenzione applicativa dell’accordo di Shengen che consente la trasmissione diretta da autorità giudiziaria ad autorità giudiziaria delle richieste di reciproco aiuto.
- 2000: Convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata transazionale.
- 2000: Convenzione relativa alla collaborazione giudiziaria in materia penale tra Stati membri dell’Unione Europea (effettivain Italia a decorreredal 2016)
- 2002: Decisione quadro europea relativa al mandato d’arresto europeo operativa dopo il 2005 tra Francia e Italia.
- 2002: Decisione-quadro europea relativa alla costituzione di squadre investigative comuni (effettiva in Italia a decorrere dal 2016)
- 2003: decisione-quadro relativa all’esecuzione delle decisioni di congelamento dei beni
- 2005: decisione-quadro relativa al riconiscimento di sanzioni pecuniarie
- 2008 :Decisione-quadro europea relativa alla reciproca conoscenza delle sentenze aventi ad oggetto delle pronunce di pena detentiva operante dal 2013 anche in Italia
- 2014: Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio europeo relativa all’ordine europeo d’indagine in ambito penale
Le istituzioni di cooperazione
Il Servizio di Sicurezza Interna
L’Addetto alla Sicurezza Interna assume il ruolo di consigliere dell’Ambasciatore per tutte le questioni inerenti alla sicurezza interna, rappresenta la polizia e la Gendarmeria nazionale e ha il compito di organizzare la cooperazione bilaterale e multilaterale di sicurezza. Dialoga con il Ministero dell’Interno italiano e le forze di sicurezza (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria). Egli propone e mette in atto programmi di cooperazione con il partner italiano e assiste la comunità francese per le questioni di sicurezza.
L’ufficio scambia informazioni operative con le forze di polizia italiane, soprattutto per le questioni di criminalità internazionale (immigrazione irregolare, criminalità organizzata, terrorismo, traffico di droga, di armi e di esseri umani). Partecipa inoltre all’attuazione di mandati di arresto europei emessi da magistrati francesi. L’Addetto alla Sicurezza è assistito dal Vice Addetto alla Sicurezza Interna, da 6 ufficiali di collegamento (Criminalità Organizzata, Terrorismo, Immigrazione) di cui 5 direttamente inseriti fra le forze di polizia italiane, da un assistente di Gendarmeria e da un assistente di Polizia.
Il magistrato di collegamento
Quella del magistrato di collegamento francese in Italia, a partire dal 1993, è stata la prima posizione di magistrato di collegamento all’estero a seguito di un’idea del giudice Giovanni Falcone (attualmente sono circa 19 i magistrati di collegamento francesi che operano in tutto il mondo, coprendo un paese o un’area comprendente più paesi). Creato all’inizio per migliorare il confronto sulla lotta alla mafia ed al terrorismo, la missione di questa nuova figura si è successivamente estesa per facilitare e rafforzare la collaborazione giudiziaria tra i due paesi garantendo l’applicazione adeguata dei testi europei ed internazionali.
Egli contribuisce a stabilire una cooperazione efficace e reattiva allo stadio dell’indagine, della sentenza nonché dell’esecuzione delle decisioni giudiziarie e della confisca del patrimonio criminale. Il suo intervento consente di risolvere, ove possibile nell’ambito delle sue attribuzioni, alcuni problemi giuridici e ad accelerare l’esecuzione delle rogatorie, delle procedure di estradizione, dei mandati di arresto europei o ancora del trasferimento di detenuti condannati.
Nell’ambito delle sue funzioni, il magistrato di collegamento è in contatto diretto e permanente con i magistrati francesi e italiani, i procuratori della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, i dipartimenti dei ministeri di Giustizia dei due Paesi, nonché con EUROJUST e gli altri magistrati di collegamento in sede a Parigi e a Roma.
Su richiesta delle autorità giudiziarie francesi, il Magistrato di collegamento è interessato regolarmente all’organizzazione di visite di studio e seminari in Italia (in particolar modo sui dispositivi antimafia ed antiterrorismo) e a studi di diritto comparato. Egli assiste inoltre l’Ambasciatore nella trattazione di fascicoli giudiziari sensibili e mediatici. Il Magistrato di collegamento esercita le sue funzioni in stretta collaborazione con il Servizio di sicurezza interna ed i consolati francesi presenti sul territorio.
Successi recenti della cooperazione franco-italiana
Eventi recenti hanno evidenziato diversi successi nella cooperazione operativa franco-italiana. A seguire alcuni dei esempi salienti:
- L’operazione Ponente Forever/Magnolia Forever , condotta da una squadra investigativa congiunta di gendarmi e carabinieri (la prima di questo tipo tra i due paesi), che ha portato all’arresto di 46 persone sospettate di appartenere alla ’Ndrangheta e al sequestro di più di un milione di euro di beni detenuti da criminali in Francia, Italia e Portogallo durante l’autunno del 2020.
- Due operazioni di restituzione incrociata di opere d’arte in occasione del 14 luglio 2020 e 2021, una delle quali ha permesso alla Francia di rientrare in possesso della Ragazza triste di Banksy, un quadro particolarmente simbolico perché rubato al Bataclan e ritrovato in Italia grazie all’azione delle forze di polizia italiane.
Infine, a livello istituzionale, la Francia ha aderito al progetto I-Can (nell’ambito della cooperazione Interpol contro la ’Ndrangheta), un’iniziativa italiana volta a rafforzare la risposta multilaterale contro la mafia calabrese, attraverso lo scambio di competenze, intelligence e best practices, nonché l’utilizzo degli strumenti di analisi dell’Interpol.
In termini di cooperazione tra le scuole nazionali di magistratura francesi e italiane, è stato istituito un programma di formazione per i magistrati francesi e italiani nell’ambito della loro formazione continua, per consentire loro di scoprire le istituzioni giuridiche di ciascun Paese.